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Autismo e percezione sensoriale: l'aura

  • Immagine del redattore: corsigruppoempathi
    corsigruppoempathi
  • 6 ott
  • Tempo di lettura: 5 min

Gli individui autistici possono sperimentare il loro ambiente in modo intenso, con sensazioni amplificate, soprattutto rispetto alla popolazione neurotipica, per cui quello che può essere rilevato da alcune persone autistiche non è necessariamente notato dalla maggioranza. Per esempio, le persone autistiche con una visione altamente ipersensibile possono vedere particelle d’aria cariche positivamente che sembrano piccolissime scintille argentee (Williams, 1998; Bogdashina, 2013).


Fino ad oltre il 90% degli individui autistici può avere un modo di percepire fuori dalla norma statisticamente intesa (Bogdashina, 2021) ma nonostante questo altissimo grado di prevalenza e l’impatto ormai ben conosciuto clinicamente di un diverso funzionamento sensoriale sull’individuo, la letteratura scientifica che ne indaga le cause e le differenze fra i generi è ancora estremamente scarsa (Marchesi, Pasin, 2024).


Una caratteristica percettiva che al momento appare tipicamente femminile è il “sesto senso delle donne Asperger: la capacità di percepire in modo estremamente intenso le sensazioni emotive provenienti dalle persone, dagli animali, dalla natura. Per quanto riguarda le persone, molte donne Asperger/Autistiche raccontano di riuscire a “sentire” come sta emotivamente un’altra persona senza bisogno di guardarla in faccia, ma semplicemente percependo “l’energia positiva o negativa” che quella persona “sprigiona” nell’ambiente (Marchesi, Pasin, 2024).


Tutti i racconti presenti di seguito nell'articolo sono testimonianze dirette raccolte da pazienti seguite dalla Dott.ssa Pasin, coordinatrice di Gruppo Empathie+. È vietata la riproduzione e divulgazione di tali testi, anche parziale, senza il riferimento al presente articolo.


G.: «L’energia può essere positiva o negativa, ma anche calda o fredda. Il calore dipende da come sta la persona: se ha qualcosa che la fa soffrire o meno. Se la persona sta male l’energia è fredda, mentre se sta bene è calda; con tutte le gradazioni intermedie ovviamente.»


Questa capacità percettiva può apparire affascinante e quasi mistica, ma ipotizziamo risieda in specifiche abilità di percezione sensoriale e cognitiva di pattern e micro-segnali che sfuggono alla lettura della realtà delle persone neurotipiche e possono quindi sembrare percezioni quasi ‘magiche’ o addirittura inventate o di tipo psicotico, pur non essendolo.  Alcune donne riferiscono inoltre di avere esperienze percettive straordinarie come la capacità di percepire delle ‘auree’ attorno alle persone con colori che spesso denotano il tipo di personalità dell’individuo (Marchesi, Pasin, 2024).


G.: «Ho capito che le auree tendenti al rosso scuro sono particolarmente pericolose, idem per quelle viola scuro. […] in linea di massima ho capito che un certo colore ha un "significato personologico": so che mi sta dicendo qualcosa della persona che ho davanti. Ci sono colori più comuni e altri più rari. Il giallo, il verde, l’arancio e il rosso sono i più comuni. Un altro colore che vedo spesso è il nero. Meno frequenti sono il blu e il viola. Le auree marroni, rosa e azzurre sono rare. I colori che ho visto solo una volta sono l’indaco e il bianco. Ovviamente anche io ho un colore. Ci sono anche persone che hanno colori un po’ ibridi e ci sono quindi giorni in cui è più preponderante un colore, e altri giorni in cui è più preponderante l’altro.»


L.: «La percezione dell’aura simile all’alone della candela mi ha sempre trasmesso serenità e calma; le volte in cui mi è capitato di percepirla su persone a me care, è successo in riferimento a quelle che io definisco “anime buone”, persone pure.»

 

Spesso le persone non ne parlano perché, in presenza di fatti apparentemente inspiegabili, gli individui che non percepiscono gli stessi stimoli spesso tendono a denigrare, prendere in giro, non credere o addirittura attribuire aggettivi poco piacevoli – come pazza o isterica – alla persona che prova a comunicare quello che vede, che sente e/o che prova.


I.: «Queste “forme di energia” non le percepisco né positive né negative, ma devo dire che per molti anni penso di non essermi permessa di sintonizzarmi su di esse perché non era considerata una cosa positiva nell’ambiente in cui ero.»

 

L.: «Da bambina/adolescente, invece, le cose erano differenti: avevo sempre bisogno di concentrazione, ma la visione era più frequente e avveniva senza particolari sforzi. Probabilmente avevo meno sovrastrutture e “sedavo” meno alcune stranezze, ma non ne ho mai parlato con nessuno.»

 

Nel caso specifico delle auree c’è stata una scoperta sorprendente e che finalmente può dare credito alle persone che dicono di riuscire a vederla. Infatti, alcuni ricercatori dell’Università di Calgary, in Canada, potrebbero aver trovato una spiegazione scientifica del fenomeno nell'effetto noto come emissione di fotoni ultra-debole (UPE). La ricerca, pubblicata sulla rivista The Journal of Physical Chemistry Letters, dimostra infatti che gli organismi viventi, piante incluse, producono una luce tenue – che svanisce con la morte – come conseguenza del metabolismo (Salari, Seshan, Frankle, England, Simon, Oblak, 2024).


B.: «[...] attorno agli alberi, alle chiome in particolare, vedo come una 'nuvola' più scura, che circonda i gruppi di foglie per almeno 5-10 centimetri. La vedo chiaramente anche se la guardo direttamente. Quando ci passo in mezzo mi accorgo del leggero cambio di luminosità tra l'esserci dentro e l'essere fuori.»


Ora che sappiamo che effettivamente gli esseri viventi emettono una sorte di bagliore, dovremmo cercare di capire come e perché alcune persone nello spettro autistico riescano a vederlo ad occhio nudo.


L'intensità dell'emissione fotonica ultradebole prodotta da un topo prima e dopo la morte
L'intensità dell'emissione fotonica ultradebole prodotta da un topo prima e dopo la morte.  ©Salari et. al., 2025

Nel corso degli anni si sono usate diverse spiegazioni:

  • sinestesia: un’esperienza fisica involontaria che si manifesta quando la stimolazione di una modalità sensoriale innesca una percezione in uno o più sensi diversi. Per esempio, sentire certi suoni può provocare la percezione di determinati colori. Nel caso dell’aura si pensa che ci possa essere una correlazione tra movimento e colore: il movimento di una persona può creare una percezione cromatica;

  • auree emicraniche ed emicranie silenti: nel caso di aura emicranica, oggetti e persone possono essere percepite con un alone luminoso che le circonda. Nel caso delle emicranie silenti, si possono presentare sintomi visivi ma senza la presenza di dolore fisico quindi l’emicrania passa inosservata, perché la persona non prova dolore, ma potrebbe vedere le auree;


E.: «Non percepisco l’aura su tutte le persone, mi succede in particolari condizioni di luce (specie se ci sono i neon), di semi luce, di stanchezza, prima dell’attacco emicranico, quando si amplificano tutti i sensi. Sono infermiera da 19 anni. In genere vedo l’aura viola sui morenti, verde sulle persone “brutte dentro”, bianca o luminescente sulle persone buone oppure non la vedo proprio. Con le persone di colore verde divento abbastanza scorbutica e fredda senza volerlo coscientemente perché non fa parte del mio carattere. Mi sento predisposta al dialogo e allo scambio reciproco con quelle di colore bianco. Per le persone di colore viola provo compassione ma professionalmente cerco di non lasciarmi coinvolgere molto, a meno che non ci sia sofferenza fisica. Vedere l’aura non è piacevole perché spesso prevede un sovraccarico sensoriale o un’emicrania, o comunque una situazione di stanchezza e spossatezza.»


  • ipersensorialità: un allargamento percettivo della vista permette una percezione visiva più ampia e una maggiore consapevolezza di dettagli visivi, che sfuggono alla maggior parte delle persone. Lo stesso esempio può essere riportato in campo uditivo. Si pensi agli ultrasuoni: hanno una frequenza troppo alta che supera la soglia uditiva umana, però, in caso di iperacusia, condizione in cui le persone sono ipersensibili ai rumori e molto frequente tra le persone nello spettro autistico, gli ultrasuoni possono essere uditi.


CONCLUSIONE


La ricerca scientifica ha dimostrato che gli esseri viventi emettono un lieve bagliore luminoso. Se già prima dovevamo dare credito al racconto di alcune persone neurodivergenti rispetto alla capacità di percepire stimoli che la maggior parte degli individui non sono in grado di rilevare, ora non è davvero più possibile negare la realtà di questa esperienza. Anzi, diventa ancora più urgente indagare le basi neurofisiologiche di queste percezioni e studiare scientificamente il fenomeno, in modo da evitare il rischio della sua misinterpretazione da parte di professionisti della salute non correttamente formati.

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