Quando confermiamo la diagnosi di autismo, notiamo spesso un senso di sollievo, rivendicazione e convalida nelle persone. A poco a poco c'è un processo che permette di dare un senso più identitario alle esperienze passate e presenti attraverso la nuova lettura, quella dell'autismo.
C'è meno senso di colpa e auto-giudizio, più auto-compassione e fiducia verso il proprio potenziale, fondamentale per una nuova ricostruzione identitaria più autentica. C'è molto spesso anche una riduzione del desiderio di camuffare le proprie caratteristiche autistiche.
E' quindi importante che chi si occupa di salute mentale comprenda che arrivare a questa diagnosi non significa attribuire alla persona un'etichetta, ma piuttosto fornirle la possibilità di un'esistenza più autentica e quindi più serena, auto-determinata e soddisfacente. Privare un proprio paziente di questa possibilità è un grave errore clinico, che però ancora molti professionisti compiono non avendo adeguate competenze nell'ambito delle neurodivergenze.
Ci confrontiamo spesso con i nostri pazienti su come spiegare la diagnosi a un partner, ai familiari, ad amici e colleghi, se questo è il desiderio della persona stessa. Sappiamo che c’è la possibilità che la persona possa incontrare difficoltà nell’essere creduta perché potrebbe non rappresentare lo stereotipo attualmente diffuso dell'autismo. Le persone comuni possono dire: "Oh, ma sei troppo empatico/sociale/affettuoso/amichevole per essere autistico" oppure "Oh, ma allora siamo tutti un po' autistici!". Alle volte, ahinoi, queste frasi arrivano anche dai professionisti della salute mentale, che dimostrano quindi di avere scarse competenze nell'ambito dello spettro autistico e in particolare nella sua espressività nel suo profilo femminile o nel livello di supporto 1.
Può essere utile prepararsi emotivamente a queste reazioni e avere risposte pronte per tali commenti. Fortunatamente, c'è una crescente consapevolezza e accettazione delle caratteristiche delle persone autistiche, comprese le ragazze e donne che finora sono state poco comprese e validate, ma alcuni membri della nostra società hanno bisogno di più conoscenza e tempo per capire.
La diagnosi può anche portare l'importantissima possibilità di connettersi con altre persone autistiche e beneficiare della loro guida ed esperienze. Sentirsi finalmente parte di una comunità di persone che hanno avuto e sperimentano anche attualmente esperienze simili alle proprie. È ormai chiaro dalla nostra esperienza che questo porterà a una migliore auto-comprensione, auto-regolazione, ridurrà l'ansia e la depressione e anche il potenziale di burnout autistico.
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