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L'attenzione nell'autismo e nell'ADHD

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    corsigruppoempathi
  • 2 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

In psicologia e neuroscienze si riconoscono diversi tipi di attenzione. Comprenderli aiuta a chiarire come questo processo cognitivo possa funzionare in modo diverso negli individui autistici e nelle persone ADHD.

L’attenzione autistica è spesso intrinsecamente motivata, sostenuta e profondamente focalizzata, soprattutto quando è rivolta a interessi personali significativi; mentre le persone ADHD spesso esperiscono l’attenzione come altamente reattiva alle novità e agli stimoli esterni, il che porta a distraibilità e rapidi cambiamenti di focus.

Le differenze nel modo in cui l’attenzione viene vissuta ed espressa sono quindi fondamentali per molte persone autistiche e ADHD, ma queste differenze si presentano in modi qualitativamente distinti. È importante sottolineare anche che entrambi i modelli riflettono variazioni nella regolazione attentiva, piuttosto che deficit di capacità.


CONFRONTO DEI PROFILI DI ATTENZIONE NELL’AUTISMO E NELL’ADHD

Attenzione sostenuta: capacità di mantenere l’attenzione su un compito o uno stimolo nel tempo (ad esempio ascoltare una lezione o leggere un libro).

Autismo: la concentrazione profonda è spesso sostenuta e intensa quando i compiti sono in linea con gli interessi interni, riflettendo uno stile attentivo monotropico piuttosto che una risposta alla novità.

ADHD: l’attenzione può calare rapidamente a meno che un compito non sia nuovo o gratificante; l’iperconcentrazione si verifica, ma non è controllabile in modo affidabile.

Attenzione selettiva: capacità di concentrarsi su uno stimolo specifico ignorando le distrazioni (ad esempio leggere in una stanza rumorosa).

Autismo: filtrare le distrazioni può essere più difficile in ambienti ad alto carico sensoriale o enterocettivo; la distraibilità spesso riflette un sovraccarico, non un’attenzione compromessa.

ADHD: spesso incoerente, influenzata da stimoli esterni e novità; la distraibilità deriva da stimoli concorrenti.

Attenzione divisa: capacità di gestire più compiti o stimoli contemporaneamente (ad esempio cucinare mentre si parla al telefono).

Autismo: gestire input multipli, soprattutto sociali e sensoriali, può essere faticoso, a causa dell’aumento del carico cognitivo.

ADHD: il multitasking può essere faticoso, soprattutto quando più stimoli competono per l’attenzione; la distraibilità influisce sulla duplice attenzione sostenuta.

Attenzione alternata: capacità di alternare l’attenzione tra compiti con esigenze diverse (ad esempio rispondere alle email e poi aiutare un bambino con i compiti).

Autismo: difficile. Il cambio di attività può essere più lento, riflettendo una profonda concentrazione e una preferenza per la routine.

ADHD: il cambio è rapido ma spesso non pianificato, il che può interferire con il completamento di diverse attività.

Attenzione esecutiva: implica la capacità di regolare l’attenzione per poter raggiungere un obiettivo prescelto, dalla pianificazione al processo decisionale, fino all’esecuzione e al completamento dei vari compiti.

Autismo: i compiti strutturati e basati sugli interessi spesso aumentano il raggiungimento degli obiettivi; i compiti non familiari o che prevedono più fasi possono essere più difficili da avviare o mantenere.

ADHD: l’avvio, la pianificazione e il follow-up dei compiti sono spesso incoerenti, influendo sul raggiungimento degli obiettivi nonostante le forti intenzioni.

 

DIFFERENZE CHIAVE TRA AUTISMO E ADHD

Autismo: l’attenzione è spesso limitata ma profonda, guidata da uno stile monotropico. Tende a concentrarsi su interessi di lunga data e personalmente significativi. Passare da un’attività all’altra può essere faticoso, soprattutto quando le routine vengono interrotte. La distraibilità deriva da un sovraccarico sensoriale o da richieste di elaborazione interna piuttosto che da novità esterne. Le aree di profondo interesse tendono a durare mesi e anni.


ADHD: l’attenzione è spesso ampia e variabile; può essere intensa in brevi periodi. C’è la tendenza a saltare da uno stimolo all’altro e a perdere di vista i compiti. La distraibilità è spesso interna (ad esempio pensieri e/o immaginazione) e guidata dagli impulsi. L’iperfocalizzazione è possibile quando la persona è molto interessata e/o lo stimolo è nuovo. Gli interessi forti tendono ad andare e venire, durando ore o giorni piuttosto che mesi o anni.


Nell'ADHD la distraibilità è spesso interna (ad esempio pensieri e/o immaginazione) e guidata dagli impulsi.
Nell'ADHD la distraibilità è spesso interna (ad esempio pensieri e/o immaginazione) e guidata dagli impulsi.

SPUNTI CLINICI E PERSONALI

  • Offrire supporto basato sulle differenze di attenzione, evitando di supporre che la concentrazione prolungata sia inflessibile o che la distraibilità rifletta una scarsa motivazione o un comportamento scorretto.

  • Le caratteristiche concomitanti di entrambi i profili di attenzione sono comuni e possono riflettere un profilo AuDHD (tratti o diagnosi autistici e ADHD).

  • Adattare le strategie al profilo di attenzione: ad esempio prevedere del tempo per un coinvolgimento concentrato e basato sugli interessi (monotropismo) nelle persone autistiche e ottimizzare le condizioni per l’iperattenzione nell’ADHD (ad esempio ridurre al minimo le distrazioni, considerare l’ora del giorno e utilizzare segnali visivi/uditivi per supportare il coinvolgimento).

  • Adattare le aspettative relative all’attenzione, considerando fattori come il carico sensoriale, il contesto sociale, l’ora del giorno e le richieste concorrenti che possono influenzare la capacità della persona.

  • Supportare l’attenzione esecutiva integrando routine prevedibili per entrambi i profili, integrando al contempo autonomia, novità e flessibilità per le persone ADHD.



1 commento


Adultscare
Adultscare
18 minuti fa

Taboo topics often fuel curiosity and excitement. They challenge norms and awaken forbidden desires. Whether it’s fantasy, roleplay, or unconventional love, taboo experiences remind us that pleasure is deeply personal—and breaking limits can lead to powerful self-discovery.

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